
A differenza dei Matakam - la tribù con gli elmetti di zucca - i Kapsiki hanno veri e propri cimiteri. Le fosse vengono scavate dai fabbri, allineandole su file di tumuli di pietre, a forma cilindrica, alti poco più di mezzo metro. L'apertura della fossa non è più grande dell'oblò di una nave, ma l'interno si allarga tanto da contenere un uomo seduto. Il morto viene deposto accanto alla fossa, privato delle armi e degli ornamenti. Una delle sue vedove provvede alla provvista di viveri versando nella fossa, birra, una manciata di chicchi di miglio e una libbra di carne cruda. Dopodichè i fabbri spingono nella fossa i piedi e le gambe del morto, avvolto in bende colorate, e, facendo pressione sulle sue spalle, spingono tutto il corpo dentro la stretta apertura. Il morto deve sedersi a dovere in fondo alla fossa con le ginocchia piegate in su ; se l'operazione non riesce il cadavere viene tirato su per le braccia, estratto fuori e l'operazione viene ripetuta anche più volte fino a che il risultato non soddisfa i fabbri. Anche in Europa sono state trovate tombe del periodo neolitico in cui il morto veniva deposto seduto.
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